MadonieLive , 30 dicembre 2013
Nel 1963 l'Istituto di Archeologia e storia dell'arte greca e romana dell'Università di Palermo, promosse una campagna di scavo nell'antico insediamento greco di Himera; e proprio quest'anno ricorre il cinquantesimo anniversario dell'indagine di ricerca che restituirà al mondo dell'archeologia nuovi dati e nuove conoscenze. L'antica città di origine dorica-calcidese, fu fondata intorno alla metà del VII secolo a.C. e fu la più occidentale delle colonie greche, distante circa trenta chilometri dall'avamposto fenicio di Solunto.
Ricorre quest'anno il 50° anniversario dall'inizio degli scavi di Himera (1963-2013). L'esplorazione sistematica dell'area archeologica fu intrapresa per l'appunto nel 1963, dall'Istituto di Archeologia dell'Università di Palermo (diretto dapprima da Achille Adriani e in seguito da Nicola Bonacasa) in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Palermo. Circa l'individuazione dei ruderi di Himera (colonia fondata intorno alla metà del VII secolo aC dai Calcidesi e dagli Zanclei, congiuntamente ad alcuni esuli siracusani, i Miletidi), fu lo storico Claudio Mario Arezzo nel XVI sec. a indicarne per primo l'esatta ubicazione degli avanzi archeologici: a sinistra della foce del fiume Imera Settentrionale. In seguito, anche lo storico Tommaso Fazello, condiviso quanto detto dall'Arezzo.
Un'ulteriore conferma avvenne anche dal pittore e incisore francese Jean-Pierre Louis Laurent Houël che nel 1782 durante il suo Grand Tour in Sicilia, confermò di aver visto resti di antichità nell'area sottostante un edificio del XVI sec.
Le tre testimonianze furono senz'altro una prova tangibile della presenza di un sito di importanza notevole, tanto da ridestare l'interesse dello storico ed economista Nicolò Palmeri che nel primo ventennio dell'Ottocento, esaminando il sito, riconobbe sotto a un grande caseggiato (ovvero un torrione cinquecentesco) i tratti di un tempio seminascosto. Una prima ispezione in situ avvenne nel 1861 per opera di Giuseppe Meli, insieme a Ignazio De Michele ed Enrico Iannelli (ambedue corrispondenti di Termini Imerese della Regia Commissione di Antichità).
Il sopralluogo effettuato dagli studiosi, confermò l'esistenza di un tempio che il Meli classificò come dorico esastilo. L'anno successivo furono eseguiti i relativi saggi di scavo che portarono alla luce le prime teste leonine del tempio. L'enorme interesse verso questo sito archeologico dopo il rinvenimento delle protomi, spinse altri ricercatori a intensificare gli studi. Ebbero luogo ulteriori indagini esplorative, ma di fondamentale importanza fu la ricostruzione della topografia imerese, per opera dell'Ing. Luigi Mauceri.
Nel 1927 si seguì un'altra esplorazione per opera di Ettore Gabrici che interessò una piccola porzione della necropoli orientale. Infine, nel 1929 Pirro Marconi dopo aver demolito le costruzioni sovrastanti il tempio, riportò nella sua interezza il basamento dell'edificio, insieme alle sime a testa leonina. Dopo un lungo periodo d'inattività (circa trent'anni) le ricerche furono riprese nel 1963 dall'Istituto di Archeologia dell'Università di Palermo, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica del capoluogo siciliano. Le nuove indagini si concentrarono sia sul grande santuario, dedicato alla dea Athena, edificato sul Piano di Imera, sia sull'abitato di epoca arcaica e classica posto nella città alta. L'esplorazione interessò anche le aree periferiche nonché alcuni siti ubicati nel territorio imerese.
Le ricerche sistematiche proseguirono anche negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso e furono condotte per conto della Soprintendenza. Le indagini archeologiche pertanto gettarono nuova luce su questo considerevole sito archeologico.
Il recente scavo avvenuto nel 2008 a nord della Piana di Buonfornello ha portato alla luce una vasta necropoli greca. Si tratta di tombe a cappuccina con corredi funerari più o meno ricchi risalenti probabilmente tra il VI e il V sec. aC
Ricordiamo che la città di Himera fu conquistata e distrutta nel 409 a.C. dall'esercito cartaginese guidato da Annibale. Dopo la distruzione della colonia, probabilmente, un gruppo di fuggiaschi Imeresi si stanziò a Termini Imerese (nella zona delle Terme) e contribuirono a popolarla.
Giuseppe Longo
Foto di copertina: Il Tempio della Vittoria. Ph. Santo Schifano
Foto a corredo dell'articolo: La necropoli. Ph. Santo Schifano.
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